Centro FPMT per l’insegnamento, lo studio e la pratica del Buddhismo Tibetano.
Sito realizzato grazie al contributo di Unione Buddhista Italiana
Dall’età di sei fino ai ventitré anni ha ricevuto un’educazione monastica, studiando con i principali Maestri tibetani contemporanei, fino a conseguire a pieni voti il titolo di Gheshe Lharampa, equivalente a un dottorato di filosofia buddhista.
Prima ancora di terminare i suoi studi, a causa del precipitare della situazione politica – con l’invasione cinese del Tibet nel 1949 – venne chiamato giovanissimo ad assumere i pieni poteri, nel 1950. Dopo aver cercato inutilmente un soluzione pacifica alla situazione, con colloqui con i principali leader cinesi, nel 1959, in seguito alla brutale repressione della rivolta di Lhasa, fu costretto a fuggire in India.
Da allora, vive a Dharamsala, cittadina del nord dell’India, dove si trova anche la sede delle principali istituzioni tibetane in esilio. Da qui non ha mai cessato di adoperarsi per il bene del suo popolo, sia aiutando con ogni mezzo i profughi sia cercando di far valere – sempre tramite il dialogo e la non violenza – i diritti umani in Tibet e di preservare l’integrità della cultura e della società tibetana. Le sue richieste sono sintetizzate nel Piano di pace in cinque punti, presentato nel 1987 al Congresso degli Stati Uniti e l’anno successivo al Parlamento europeo, nel quale si propone la trasformazione di tutto il Tibet in una zona di pace, l’abbandono della politica di trasferimento di massa della popolazione cinese che minaccia l’esistenza stessa dei tibetani come popolo, il rispetto dei diritti umani fondamentali del popolo tibetano e delle libertà democratiche, il restauro e la tutela dell’ambiente naturale del Tibet con l’abbandono della produzione di armi nucleari e lo scarico delle scorie nucleari, l’inizio di seri negoziati sul futuro status del Tibet e sulle relazioni tra il popolo tibetano e quello cinese.
Si è sempre opposto all’uso della violenza. Fautore di una più estesa comprensione tra i popoli e le religioni, sin dal 1967 ha incontrato numerosi capi di stato, leader politici e religiosi.
Come leader del suo popolo, ha dato vita al processo di democratizzazione, arrivando a abbandonare ogni carica politica, in favore del Governo in esilio democraticamente eletto fra i membri della diaspora tibetana.
Sua Santità dà continuamente insegnamenti ai numerosi discepoli sparsi per tutto il mondo. Le sue conferenze e insegnamenti, che non hanno lo scopo di proselitismo, sono autentiche lezioni di vita, pace, tolleranza e compassione, che trasmette con l’unica intenzione di dare il proprio contributo alla pace e alla fratellanza universale. Per questo motivo, attraggono ogni anno sempre più persone da molte parti del mondo.
Tre sono gli impegni principali della sua vita: come essere umano, la promozione di valori come compassione, perdono, tolleranza; come religioso, la promozione dell’armonia e della comprensione tra le maggiori tradizioni religiose del mondo e infine la risoluzione della questione tibetana. Motivato da ciò, promuove e partecipa a incontri interreligiosi, ma anche a confronti con esponenti del mondo scientifico, convinto che scienza e religione non siano in contraddizione, in quanto entrambe alla ricerca della verità per il bene degli esseri.
È autore di numerosi testi sul buddhismo e sul rapporto tra religione, scienza e ambiente. Nel corso della sua vita, il Dalai Lama ha ricevuto numerosissime onorificenze e riconoscimenti per la sua opera, tra cui ricordiamo il premio Nobel per la Pace, nel 1989. È – tra l’altro – cittadino onorario di Roma, Venezia, Torino e altre città italiane.
Al di là dei riconoscimenti ufficiali, però, Sua Santità – che considera sé stesso “un semplice monaco buddhista” e imposta la propria vita sulla semplicità e l’umiltà – si colloca senz’altro fra i personaggi di maggior rilievo della nostra epoca, per la sua straordinaria carica di affetto per ogni essere, per la capacità di tramettere – sempre e in ogni situazione – messaggi costruttivi di tolleranza, pace e dialogo, per lo sforzo costante di superare le barriere e le incomprensioni con il dialogo, per il suo amore per la verità.
Ancora molto giovane, Lama Yeshe trascorse molto tempo al monastero della defunta badessa, per partecipare a varie cerimonie e alle funzioni religiose che si tenevano in quel luogo. Nella casa dei suoi genitori, lo zio Ngawang Norbu, studente presso il monastero di Sera, gli insegnò l’alfabeto, la grammatica e la lettura. Già in età giovanissima espresse il desiderio di condurre una vita religiosa. Ogni volta che un monaco veniva in visita a casa sua, implorava di poter andare a vivere con lui nel monastero. Finalmente, quando compì sei anni, ricevette dai genitori il permesso di recarsi a Sera Je, un collegio che faceva parte di uno dei tre grandi centri monastici gelugpa, situato nelle prossimità di Lhasa. Lì visse con oltre 10.000 monaci, sotto la guida di uno zio, anch’egli monaco.
All’età di otto anni, il ven. Purchog Jampa Rinpoce gli conferì l’ordinazione di novizio. Lama visse nel clima della rigorosa disciplina monastica di Sera Je fino all’età di venticinque anni. In quel periodo ricevette un’istruzione spirituale basata sulle tradizioni educative portate in Tibet dall’India, oltre mille anni prima. Da Kyabje Trijang Rinpoce, il tutore junior di Sua Santità il Dalai Lama, ricevette gli insegnamenti sul sentiero graduale verso l’illuminazione (lam-rim), che delinea il sentiero completo dei sutra verso la buddhità. Inoltre ricevette molte iniziazioni tantriche e insegnamenti sia da entrambi i tutori, junior e senior, di Sua Santità il Dalai Lama, sia da Dragri Dorje Chang Rinpoce, Song Rinpoce, Lhatzun Dorje Chang Rinpoce, nonché da molti altri grandi guru e maestri di meditazione. Inoltre studiò i famosi Sei Yoga di Naropa, seguendo un commentario basato sulle esperienze personali di Lama Tzong Khapa. Fra gli altri insegnanti che guidarono il suo sviluppo spirituale, vanno annoverati Geshe Wangchug Rinpoce, Geshe Lhundrub Sopa Rinpoce, Geshe Rabten Rinpoce e Geshe Ngawang Gedun. Quella fase della sua formazione spirituale giunse al termine nel 1959.
Come Lama Yeshe stesso disse: “In quell’anno i cinesi ci dissero gentilmente che era giunta l’ora di lasciare il Tibet per prendere contatto col mondo esterno.”
Fuggendo attraverso il Bhutan, raggiunse finalmente l’India nordorientale, dove incontrò molti altri profughi tibetani. Malgrado notevoli difficoltà fisiche in quell’ambiente a loro estraneo, i tibetani dei monasteri ripresero nuovamente il loro programma di insegnamento negli insediamenti di Buxaduar, cosicché Lama fu in grado di continuare i suoi studi. In Tibet aveva già ricevuto istruzioni sulla Prajnaparamita (La perfezione della saggezza), la filosofia Madhyamaka (La via di mezzo) e la logica.
In India, la sua formazione proseguì con corsi sulle regole disciplinari del Vinaya e sul sistema metafisico dell’Abhidharma. Inoltre, il grande bodhisattva Tenzin Gyaltsen, il Kunu Lama, gli impartì insegnamenti sul Bodhicharyavatara di Shantideva (Guida allo stile di vita del bodhisattva) e sul Bodhipathapradipa di Atisha (La lampada sul sentiero dell’illuminazione).
Egli ricevette inoltre delle iniziazioni tantriche ulteriori, nonché altri insegnamenti, e all’età di 28 anni ricevette l’ordinazione monastica completa da Kyabje Ling Rinpoce. Fu a Buxaduar che un giovane lama reincarnato, chiamato Zopa Rinpoce, divenne suo discepolo. Per entrambi quell’incontro segnò una svolta nella vita. Il rapporto che si sarebbe consolidato fra i due lama avrebbe cambiato la vita di innumerevoli studenti di Dharma e svolto una parte importante nella realizzazione della profezia fatta da Padmasambhava, grande yogi tibetano dell’ottavo secolo, in cui era detto che “quando voleranno uccelli di ferro e i cavalli correranno sulle ruote, il popolo tibetano verrà disperso come formiche in tutte le parti del mondo e il Dharma giungerà fino alla terra degli uomini dalla pelle rossa.”
Lama Thubten Zopa Rinpoce era nato nella tradizione Sakya del buddhismo tibetano, mentre il lama di Lawudo era un grande maestro degli insegnamenti tantrici completi nella tradizione Nyingma. Gli ultimi vent’anni della sua vita li aveva trascorsi nella sua grotta, assistito dalla moglie e dai suoi due figli, dedicando tutto il suo tempo alla meditazione, a impartire insegnamenti e a dare consigli spirituali alla gente di Solo Khumbu e delle zone circostanti.
La sua energia a favore di tutti gli esseri era inesauribile, e si narra che negli ultimi anni della sua vita avesse superato completamente la necessità di dormire. Dal momento in cui fu in grado di muovere i primi passi, Lama Zopa trascorreva la maggior parte del suo tempo a cercare di arrampicarsi lungo il ripido sentiero che conduceva alla grotta del lama deceduto. Infine, quando cominciò a parlare, dichiarò che quella grotta era sua e che lui stesso era l’incarnazione del lama di Lawdo. Inoltre, insisteva nel dire che il suo unico desiderio era quello di condurre una vita meditativa.
All’età di quattro o cinque anni, la sua pretesa di essere un lama reincarnato venne sottoposta all’esame pubblico da Ngawang Samden, un maestro di meditazione nyingmapa che viveva nelle vicinanze. Dopo che il bambino ebbe ripetutamente dimostrato la capacità di identificare oggetti appartenuti al lama di Lawudo, venne dichiarato formalmente la sua vera reincarnazione, e ricevette la piena investitura secondo la tradizione Nyingma.
Più tardi ricevette le iniziazioni tantriche di tale tradizione dal lama capo del Thami Gompa, conosciuto col nome affettuoso di Lama Gaga (o lama nonno). Il piccolo Lama Zopa Rinpoce iniziò la sua istruzione a Solo Khumbu secondo la tradizionale tibetana, con l’alfabeto. Uno dei primi libri che lesse fu la biografia di Milarepa, il famoso poeta e meditatore dell’undicesimo secolo.
Era ancora molto giovane, quando uno zio lo prese in spalla per fare con lui un pellegrinaggio in Tibet. Arrivato a nord del Sikkim, presso il monastero di Dung-kar di Domo Geshe Rinpoce, Lama Zopa fece sbigottire suo zio dichiarando che non aveva nessuna intenzione di ritornare a casa con lui. Piuttosto sarebbe voluto rimanere al monastero per dedicare la sua vita allo studio e alla pratica del Dharma. E così fece. La sua istruzione avrebbe dovuto continuare presso il monastero di Sera Je, a Lhasa, dove avrebbe certamente incontrato Lama Yeshe, ma i suoi progetti vennero sconvolti nel 1959 a causa dall’invasione cinese. Per caso trovò la strada per Buxaduar, dove divenne dapprima discepolo di Geshe Rabten Rinpoce e poi di Lama Yeshe.
All’età di 12 anni, Ghesce Konchog si unì al monastero di Sera-Je situato nello stato del Karnataka, nell’India meridionale. Il Sera originale era uno dei tre grandi monasteri in Tibet.
Alcuni anni dopo essere entrato a Sera-Je, Ghesce Konchog Kyab divenne un monaco novizio e ricevette i voti da monaco da Ling Rimpoche, il tutore del Dalai Lama . Ha seguito attentamente i suoi insegnamenti memorizzando, studiando e discutendo i cinque principali testi del buddismo tibetano. Quando aveva 22 anni, ha preso la piena ordinazione da Sua Santità il Dalai Lama.
Nel 1993, Ghesce Konchog ha superato il suo esame di ghese dall’università del monastero di Sera-Je. Il grado di Ghesce è il più alto grado del monastero, equivalente a un dottorato in filosofia delle università occidentali. Successivamente, Ghesce la andò al Gyumed Tantric College studiando i precetti del Tantra.
Nel 1994, Ghesce Konchog ritornò al monastero di Sera-Je dove insegnò ai suoi discepoli.
Nel 1996 è stato eletto come Discipline Master ( Maestro di disciplina) di Tehore Khamtsen House di Sera-Je, che ha 1300 monaci.
Nel 1988, Ghesce lasciò il suo monastero e viaggiò in Svizzera, Germania e Austria per un anno.
Geshe La è stata invitato al Tubten Kunga Center da Lama Zopa Rinpoche nel 2000 e vi è rimasto per quindici anni. Dopo di che gli è stato chiesto di andare in Australia, presso il centro Buddha ‘ s house in Adelaide dove è stato maestro residente per un anno.
Dal 2018 grazie all’infinita gentilezza di Lama Zopa Rimpoche, dietro sua precisa richiesta, è maestro residente presso il centro Tara Bianca.
Grazie alla sua lunga permanenza in paesi occidentali e al fatto di parlare e dare insegnamenti in inglese, Ghese Konchog Kyab riesce a entrare facilmente in contatto con gli studenti e i frequentatori dei centri , meglio comprendendo le loro esigenze.
Servizi che il nostro maestro residente può offrire:
• Colloqui personali
• Benedizioni per familiari, amici, bambini
• Benedizione per sposi
• Benedizione per gli animali
• Puja per amici o familiari ammalati
Per richiedere uno di questi servizi è necessario prenotarsi tramite email al seguente indirizzo: assistente.maestro@tarabianca.org, indicando nome, motivo della visita e numero telefonico.
Sarete ricontattati dall’assistente del maestro che vi darà tutte le informazioni in merito.